Il successo del concorso di foto e video “I paesaggi di Comisso”, sui luoghi dello scrittore trevigiano, in Veneto e in Italia

Hanno risposto all’appello da tutta Italia, e così fin dalla prima edizione il bilancio del concorso “I paesaggi di Comisso“, è già un successo. Al vaglio della Giuria, le opere di 116 fotografi e di 6 videomaker, dalla Sicilia al Trentino, dal Friuli al Piemonte, da Roma, Milano e Napoli, tra gli altri, tutte nel segno dell’opera di Giovanni Comisso.

Promosso dall’Associazione Amici di Comisso in occasione del 40° Premio Letterario Giovanni Comisso, il Premio “I paesaggi di Comisso” è dedicato a fotografie e video che, attraverso i linguaggi visivi contemporanei, siano in grado di offrire momenti di riflessione sull’emblematico tema del paesaggio, analogamente a quanto fece Giovanni Comisso con sua opera mettendo a fuoco fin dagli anni’30 una originale concezione del paesaggio veneto e italiano.

La giuria del concorso – composta da: Ennio Bianco, Viviana Carlet, fondatrice del Lago Film Fest, Alessandro Cinquegrani, scrittore e docente di letterature comparate all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Carlo Sala, curatore della Fondazione Fabbri e docente e Marco Zanta, fotografo e docente – ha concluso i suoi lavori in questi giorni.
I finalisti, che a marzo 2022 presenteranno le loro opere in una mostra a Treviso e tra i quali verrà scelto il vincitore assoluto per il premio di 2.500 euro, sono: Arnaldo Agugiaro, Grantorto (Padova); Massimo Alfano, Gardone Val Trompia (Brescia); Isabella Balena, Milano; Domenico Barra, Napoli; Enrico Bedolo, Caravaggio (Bergamo); Alessandro Brasile, Cerro al Lambro (Milano); Nicola Buonuomo, Messina; Andrea Comiolo, Leoforte (Enna); Giammario Corsi, Bari; Maria Luisa Cortesi, Savignano sul Rubicone (Forlì Cesena); Andrea Lazzari, Venezia Lido; Allegra Martin, Milano; Roberto Mirulla, Roma; Luca Radatti, Paese (Treviso); Pierantonio Tanzola, Villafranca Padovana (Padova); Jacopo Valentini, Modena.
Una ricchezza geografica oltre che di proposte che riflette in sé le coordinate dei luoghi di Comisso, in Italia da Nord a Sud e all’estero.

Io vivo di paesaggio, riconosco in esso la fonte del mio sangue. Penetra per i miei occhi e mi incrementa di forza. Forse la ragione dei miei viaggi per il mondo non è stata altro che una ricerca di paesaggi, i quali funzionavano come potenti richiami. […] Nel paesaggio è il primo segno delle mani di Dio e giustifico certi esseri sensibili che nel mezzo dei paesaggi più belli attestano d’aver veduto l’apparizione della divinità“, scriveva Comisso nel delineare la dimensione totalizzante che offre un territorio ai cinque sensi quando raggiungono con “astuzia fulminante”, la coordinazione fra tutte le loro “possibili e impossibili geometrie” (Goffredo Parise).

Per l’opera di Comisso il ‘paesaggio’ è fattore essenziale – dichiara Ennio Bianco, Presidente dell’Associazione Amici di Comisso ed esperto di arte digitale – inteso comunque come luogo sempre ‘abitato’, dove immergersi nella sua luce, i suoi colori e da descrivere dalle sensazioni che riceve l’io che lo vive e lo racconta. Con il concorso continuiamo nell’impegno della nostra Associazione di portare all’attenzione contemporanea l’opera comissiana, che crediamo parli ancora molto al nostro presente, e declinarne la ricezione anche con i linguaggi della contemporaneità. Dallo straordinario successo di questa prima edizione (permetteteci la punta di orgoglio), può costituirsi il nucleo di un archivio di immagini che danno testimonianza, accanto alla bellezza di un patrimonio ambientale, architettonico e artistico che non ha confronti, anche la sua estrema fragilità e purtroppo molto spesso la violenza che subisce.”

Come sottolineato da Carlo Sala, membro della giuria del Premio “I lavori finalisti del Premio si interrogano sullo stato del paesaggio contemporaneo mostrandone la bellezza, ma anche le profonde contraddizioni, attraverso la ricerca di una serie di artisti che esplicano alcune delle maggiori tendenze odierne nel campo della fotografia e del video passando dagli approcci documentari a quelli sperimentali, dalla visione analitica all’ironia“.